Mettere l’anellino
ai piccoli per molti allevatori è una cosa piuttosto semplice.
C’è chi anella già al quinto giorno, c’è
chi invece aspetta di vedere le feci sul bordo del nido per anellare i
piccoli. In questo ultimo caso a fatica, ma con la certezza che la madre
non butti fuori dal nido l’anellino con ovviamente il piccolo. Ma
a volte si ritrova ugualmente qualche piccolo fuori dal nido a terra.
A volte è sufficiente rimettere il piccolo nel nido e tutto torna
normale.
Capita anche che la madre non butta fuori dal nido l’anellino
con tutto il piccolo ma nel tentativo di togliere l’anellino lo
incastra verso le dita realizzando una situazione che se scoperta in ritardo
crea una deformazione alla zampa in cui il dito posteriore lo si ritrova
in avanti. Il così detto “piede scivoloso”.
Mentre con i canarini il fenomeno della “femmina
premurosa” è abbastanza raro, con gli indigeni ed esotici
diventa spesso un problema.
E allora bisogna mascherare l’anellino colorandolo color corda come
il materiale da nido. Oppure ricoprire l’anellino con cerotto color
carne, o con fascetta gommosa.
Ma c’è niente da fare se la cardellina è ligia e premurosa
al suo dovere di madre scopre comunque l’arcano e butta fuori il
piccolo a volte costringendoci a passarlo ad una balia.
Certe volte invece pare che tutto va bene ma poi appena
i piccoli escono dal nido eccone uno con l’anellino incastrato e
che ha determinato la deformazione del dito posteriore.
Se si interviene in tempo, quando il piccolo è ancora nel nido,
bloccando il dito con un cerotto, in genere dopo 20-30 giorni si recupera
in parte la funzionalità del dito. Ma se si mette il cerotto quando
il piccolo è già fuori dal nido, allora ci sono poche speranza
che la cosa vada a buon fine. Tempo un paio di giorni e il piccolo ha
tolto il cerotto, (specie se è un cardellino). Rimesso nuovamente
il cerotto, staremo tutti i giorni a controllarlo,e spesso lo ritroveremo
spostato o tolto nuovamente.
Personalmente il problema l’ho risolto da parecchi anni in maniera
semplice ma efficace.
Alcuni giorni fa chiacchierando con alcuni amici allevatori
di cardellini, sono intervenuto per sistemare ben 5 zampette di cardellini
che erano ormai svezzati ma con il “piede scivoloso”. Quello
che per me era ovvio per loro è risultato una novità da
pubblicizzare a tutti. Spero allora di fare cosa utile descrivendo come
opero.
1 - Come evitare che la nutrice butti fuori dal nido i
piccoli ?
Semplice ! Con un pezzo di rete. Di solito io uso un pezzo di rete da
parrucchiera, quella a maglia da mm. 13 filo sottile marrone. Si confonde
benissimo con il materiale da nido e non mi è mai capitato che
la cardellina abbia creato problemi. La rete va posizionata in maniera
da avvolgere completamente il nido e bloccata sotto annodando i quattro
spigoli.
Attenzione, importante, nella parte superiore deve essere molto morbida
da consentire alla madre di poter riscaldare i piccoli senza difficoltà.
I piccoli attraverso le maglie alzano la testa per ricevere l’imbeccata
e anche se riabbassandola si appoggiano sul filo non si creano problemi,
appunto perché abbiamo posizionato la rete in maniera molto morbida
con molto gioco. Sono sufficienti 4- 5 giorni e poi si può togliere.
(vedi foto).
Ho visto la cardellina provare a tirare i piccoli per l’anellino
fuori dal nido ma trovando l’ostacolo della rete dopo alcuni tentativi
desistere.
2 – La madre ha insistito tanto da incastrare l’anellino
contro il dito posteriore e ci siamo accorti in ritardo del guaio.
E’ inutile impazzire con mettere e rimettere il cerotto, c’è
un sistema più semplice ed efficace. Bisogna legare il dito nel
modo che vado a descrivere.
Sembra complicato ma l’unico inconveniente è che ci vuole
l’aiuto di un amico che tiene fermo l’uccello mentre eseguiamo
l’operazione.
Prendiamo un pezzo di spago o filo di cotone molto robusto
dello spessore di circa 0,15-0,20 millimetri.
Si parte con un semplice nodo scorsoio. Dopo aver incappiato il dito posteriore
esattamente fra l’ultimo e il penultimo cuscinetto, si eseguono
tre semplici nodi. Il nodo non deve essere troppo stretto ma nemmeno troppo
morbido.
A questo punto attorcigliamo un capo del filo intorno alla zampa, (due
giri) al di sopra dell’anellino. Fissiamo il tutto annodando i due
capi del filo. Eseguiamo una serie di nodi, almeno 4 o 5 sui quali versiamo
una goccia di attak. Aspettiamo che asciughi detta colla.
Questo serve ad evitare che a furia di beccare il filo il cardellino riesca
a scioglierlo.
Lasciato libero l’uccello vedremo che già poggia normalmente
la zampa sul posatoio.
Dopo un mese circa taglieremo il filo e la zampetta è ritornata
normale.
Le immagini fotografiche rendono più semplice il procedimento.
La sequenza dei nodi non è casuale.
Il nodo scorsoio iniziale è necessario perché in un mese
la zampetta crescendo sia pure di pochissimo non trova un ostacolo rigido
bensì un minimo di gioco.
I tre nodi successivi sono la esatta distanza del dito in posizione prensile
sul posatoio.
I cinque nodi alla fine servono per permettere alla goccia di colla di
fare una buona presa.
QUANTO SOPRA E' STATO PUBBLICATO SULLA
RIVISTA "ALCEDO" N.42 (dicembre 2008 pagina 94)
http://www.alcedoedizioni.com/
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