ALLEVARE A MANO
 
 
 
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Innanzi tutto una premessa, bisogna tener presente il fenomeno dell'imprinding. Ogni animale si considera appartenente alla specie che lo alleva. Ciò significa che, ad esempio, se un cardellino viene allevato da una canarina, lui si considera un canarino. Ne imita la voce, il canto e preferisce accoppiarsi con una canarina simile alla madre adottiva mentre rispetto ad una cardellina si comporterà come se si trattasse di ibridazione, quindi maggiore difficoltà. Praticamente una situazione invertita.


Nel caso di soggetto allevato a mano ci troveremo con uccello che paradossalmente si considera appartenente al genere umano. Volendo accoppiarlo con un sul simile è necessario che vi conviva un intero anno e che si eviti il più possibile di "coccolarlo" dopo lo svezzamento. Comunque le difficoltà di veder nascere qualche piccolo sono identiche a quelle in caso di ibridazione.

Fatta questa premessa, l'allevamento a mano deve essere l'estrema soluzione.
Oltretutto comporta un impegno notevole. Dalla nascita fino alla prima settimana l'imbecco va fatto ogni ora per 15 - 16 volte al giorno (dalle ore 6.00 alle ore 22.00) oltre alla necessità di una incubatrice. Successivamente la cadenza sarà meno frequente fino a stabilizzarsi ogni due ore. Dopo il settimo giorno basta coprire i piccoli con un panno di lana per altri 4 -5 giorni.


Ora passiamo agli utensili necessari:
2 siringhe da 10 cc. (con ago grosso)
1 siringa da insulina (l'ago non serve)
Prenderemo gli aghi delle siringhe da 10 cc. e con una pinzetta teniamo ferma la parte in plastica e con un'altra pinzetta strapperemo l'ago. Con la punta dell'ago estratto toglieremo le tracce di colla nel foro che si è ricavato nella parte di plastica.

A questo punto con un taglierino bisogna tagliare le alette laterali alla parte in plastica, ed abbiamo realizzato un piccolo "becco artificiale".Ora uno di questi beccucci va messo alla siringa per insulina e l'altro a quella da 10 cc. Ed abbiamo quello che ci serve.

Prendere una cucchiaiata di pastoncino, inumidirla abbondantemente con acqua tiepida in modo da realizzare un impasto cremoso e metterlo nella siringa grande. Travasare dalla siringa grande una piccola quantità di pastoncino nella siringa piccola, e con quest'ultima molto lentamente imbeccare i piccoli dando piccole quantità a rotazione a tutti. Evitare di imbeccare abbondantemente un soggetto alla volta (rischio di soffocamento), ma a piccole dosi, ritornando al primo dopo aver alimentato gli altri.


Il travaso da siringa a siringa è necessario perchè alimentare dalla siringa grande non è facile controllare piccole dosi, e perchè comunque il travaso rende il pastoncino più uniforme e fluido.

Nel caso ci troviamo con dei piccoli abbandonati ad una età (14 -16 giorni) in cui riconoscono la madra e quindi non aprono più il becco, bisogna posizionare il beccuccio di plastica sulla ranfoteca inferiore da dove inizia il piumaggio, esercitare una leggera pressione fino a quando non apre il becco spontaneamente. Dopo un paio di giorni i piccoli imparano ad aprire spontaneamente il becco appena vedono la siringa.

 

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